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“La vegetariana”, una vita segnata dalla violenza

La vegetariana Han Kang

>> Avvertenza: non è un  libro-verità sulla dieta vegetariana <<<

La vegetariana, di Han Kang, è una storia di violenza. Quella che la protagonista Yoeng-hye sceglie di non fare agli animali è più che superata da quella che ha sopportato o a cui ha assistito per tutta la sua vita, e che percorre e tiene insieme tutto il romanzo.

La vegetariana è un dramma in tre atti, che prende avvio dal cambiamento di Yeong-hye e in qualche modo ruota attorno a lei, ma non è lei la vera protagonista. I suoi pensieri non vengono mai in rilievo, se non in pochi spezzoni nella prima parte del romanzo, gli unici brevi momenti in cui lei parla in prima persona. Le tre parti del romanzo corrispondono a tre ulteriori personaggi (il marito, il cognato e la sorella), antagonisti di Yeong-hye. Tutti sono in qualche modo segnati dal suo passaggio al vegetarianesimo, ma senza un reale interesse verso di lei.

Una storia di violenza

Nella prima parte il protagonista è il marito, che fa da voce narrante e introduce Yeong-hye dal suo punto di vista: una donna insignificante, senza particolari pregi o difetti. Una moglie (ma lui non lo ammette) che vive passivamente intorno alle sue esigenze, e che a un tratto si sveglia (sì, accade nel cuore della notte) ed elimina la carne dalla sua vita. Nella seconda parte protagonista è il cognato, fatalmente attratto da Yeong-hye, anzi, dalla sua macchia mongolica, una voglia d’infanzia azzurrognola. In un misto di delirio artistico ed eccitazione sessuale, lui usa Yeong-hye per i suoi scopi, ignorando la moglie e la stessa sensibilità della vegetariana. Nella terza parte invece entra in scena In-hye. L’unica che capisca Yeong-hye, che un minimo se ne curi; anche lei, però, riflette soprattutto sull’impatto del cambiamento della sorella sulla sua vita.

Yeong-hye, intanto, sparisce sempre di più. Se già all’inizio è vista solo dall’esterno, col passare delle pagine scompare, prima perché inizia a dimagrire senza controllo, poi perché annulla la sua componente animale tentando di trasformarsi in una pianta. Sempre più evanescente, continua a ripetere che tutto è iniziato con un sogno, un incubo violento ed indistinto. In realtà è la sua intera vita a essere segnata dalla violenza: sin da quando il padre sfogava la sua rabbia su di lei, cosa che torna a fare quando scopre che è vegetariana, fino al marito che ne abusa, passando per il cane barbaramente ucciso davanti ai suoi occhi quando lei era bambina e per quel cognato che, a conti fatti, sfrutta la sua semi-incoscienza per abusare di lei.

Cosa rimane al lettore?

«Le conseguenze estreme di una rinuncia»? La tendenza del mondo a contaminare la purezza, come sembra suggerire l’immagine di copertina?

Per quel che mi riguarda, quella di Yeong-hye è solo la storia di una persona malata, indotta a cercare di purificarsi da ciò che la circonda, ad annullarsi in realtà; è anche la storia di un’incomprensione, perché nessuno capisce le origini della sua scelta. Tutti cercano di forzarla a tornare indietro, nella migliore delle ipotesi accettano il suo vago alludere ad “un sogno” che l’avrebbe turbata, senza andare al fondo della sua decisione, né tentare di aiutarla.

  • Autore: Han Kang
  • Genere: Romanzo (176 pp.)
  • Filone letterario: Letteratura coreana
  • Casa Editrice: Adelphi
  • Anno di pubblicazione in Italia: 2016
  • Premi: Man Booker Prize 2016


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