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“Verità ingannevoli”: Maurizio Agnello indaga dietro la divisa

Al suo secondo romanzo, Maurizio Agnello ripropone il suo anti-eroico pm De Falco, questa volta alle prese con una serie di omicidi. Ecco la recensione di “Verità ingannevoli”

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É proprio vero: a volte ciò che ci appare di assoluta evidenza è solo una verità ingannevole.

Il pm e scrittore Maurizio Agnello, già autore di Soldatini ribelli, torna in libreria con un nuovo giallo basato su un gioco di specchi e di apparenze: proprio come il Long Island Ice Tea, un cocktail che mischia cinque superalcolici eppure ha il sapore innocente di un tè freddo, in Verità ingannevoli gli indizi convergono su un sospettato… ma è davvero lui il colpevole?

Anche stavolta Agnello ci porta nella procura di Palermo, tra i protagonisti del primo libro: ritroviamo il procuratore capo Sajeva, un magistrato più attento alla politica che alle indagini, e la sua odiosa segretaria. Reincontriamo i soliti giornalisti, l’arguto Gerlando Cascio e lo scribacchino Pino Mulè. Il protagonista è sempre Fabio De Falco, un sostituto procuratore tutt’altro che eroico: come nel primo libro, Fabio non persegue la giustizia per le vittime, né gli interessa togliere i delinquenti dalla strada.

«Quel lavoro, quella sede – da altri molto ambita – erano per lui un semplice trampolino di lancio verso altro».

De Falco è ancora a caccia del caso che gli regali la fama, ragione per cui «nessun fascicolo, nessun processo riusciva a interessarlo veramente se non sentiva di poter arrivare lontano, di poter ottenere qualcosa che non fosse mera soddisfazione professionale». Invece…

Invece Sajeva, non esattamente il primo ammiratore del protagonista, non fa che assegnargli scartoffie, suicidi e altre banalità. Casi modesti che costringono De Falco a lavorare fianco a fianco con Falgares, un ispettore di polizia inetto e traffichino.

Un serial killer a Palermo?

Tra una noia e l’altra, è il caso a portare Fabio su un’indagine di spessore: una serie di omicidi che lasciano pensare all’opera di un serial killer. Gli investigatori ritrovano sei cadaveri, tutti di delinquenti, ma accoppiati in modo casuale: tra gli altri ci sono un trans magnaccia, uno spacciatore e un politico corrotto, tutti freddati con un colpo di pistola e abbandonati in luoghi isolati. Scoprire l’assassino e il movente diventa l’ossessione di De Falco, questa volta affiancato nelle indagini da una spalla, il poliziotto Gianluigi Battaglia.

Se nel primo romanzo Maurizio Agnello rovistava nel retrobottega delle massime istituzioni, mettendo in scena un giallo politico, questa volta il magistrato-scrittore scandaglia un ambito più ristretto, ma ugualmente interessante: l’indagine si concentra sugli uffici delle forze dell’ordine, scavando in quell’interstizio di violenze e omertà in cui (uomini vestiti da) poliziotti agiscono come e peggio dei criminali più crudeli, sfogando le loro frustrazioni sui delinquenti sotto custodia. Un male peggiore della delinquenza esplicita, perché e finché trova copertura in sordide alleanze basate sulla divisa.

Delinquenti in divisa

Il tema, non occorre dirlo, è di quelli che appassionano, tanto più nel contesto delle ultime cronache. Del resto anche nel primo romanzo lo scrittore aveva saputo intercettare una questione di sicuro interesse (il binomio politica/corruzione). Ciò che mancava nel primo romanzo era però una forma accattivante: come scrivevo due anni fa, tra la citazione di un codicillo e un tecnicismo pareva di leggere più un codice di procedura che un romanzo.

In questo caso possiamo dire che il tempo (e, probabilmente, un appassionato lavoro di editing nella casa editrice) hanno decisamente giovato alla scrittura del Dottor Agnello (come forse preferirebbe essere chiamato), riducendo – ma senza eliminarli del tutto – i tecnicismi a un livello che possiamo finalmente sottrarre alla categoria della inesperienza* per inquadrare nello “stile personale”.

  • Autore: Maurizio Agnello
  • Genere: Giallo
  • Filone: Italiana contemporanea
  • Casa editrice: Leima
  • Anno di pubblicazione: 2018

*Con il giudizio agguerrito dei lettori, s’intende

 

 

 

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