Per un pugno di cioccolata e altri specchi rotti, Oligo Editore, raccoglie dieci racconti della scrittrice tedesca Helga Schneider. Ancora una volta, dopo Il rogo di Berlino, Stelle di cannella, Heike, Rosel e altri, Schneider torna sul periodo più oscuro della Germania, gli anni del nazismo e della guerra, protagonisti di quasi tutte le sue opere.
Helga Schneider e il nazismo
Un periodo che, del resto, ha segnato profondamente la vita dell’autrice, per due motivi. In primo luogo, perché Helga Schneider è nata nel 1937, per cui ha vissuto esattamente nel periodo più tragico della storia d’Europa. In secondo luogo perché, a causa del nazionalsocialismo, la scrittrice è stata derubata dell’infanzia e della madre: la storia di questa donna scellerata, così fedele al Führer da abbandonare i figli piccolissimi per diventare una SS a tempo pieno, già raccontata in Lasciami andare, madre, torna a far capolino al termine di Per un pugno di cioccolata.
Di infanzie corrotte dal regime, del resto, Schneider ne ha descritte tante, e altre ne racconta in questo volumetto: come quella di Hanni, che vende un vicino ai nazisti in cambio di una bicicletta rossa. Il libro si apre proprio con la storia inquietante di Lotte che, abbassate tutte le difese di fronte ad un cioccolatino (per un pugno di cioccolata, appunto), rivela il nascondiglio segreto del nonno disertore. C’è il sedicenne mandato prematuramente sotto le armi, a fare da carne da macello nella difesa disperata degli ultimi giorni di battaglia; e quello che custodisce il cadavere della madre in attesa che finisca il conflitto; e poi, e poi…
Di guerra e di vergogna
La guerra è una forza potentissima che trasforma le persone, inducendole a comportamenti vergognosi, a tratti bestiali. Accade al gendarme pentito, che non ha il coraggio di ritirarsi dalle milizie naziste perché teme di subire quei trattamenti disumani che il regime (che lui stesso) applica tutti i giorni.
Non si poteva dare le dimissioni dalle SS, era impossibile tirarsene fuori. (…) Non volevo finire in una delle spaventose prigioni della Gestapo, o in un campo di concentramento. Decisi di correre col gregge.
Talvolta la vergogna è così forte da uccidere. Come nel caso del soldato russo che stupra le donne del nemico: quando coglie sul fatto un commilitone ugualmente feroce, e si rivede in lui, lo odia così violentemente da sparargli; egli stesso, poi, non trova il coraggio di continuare a vivere. Ecco che allora diventa difficile guardarsi in faccia, bisogna mettere a tacere la coscienza, ecco il perché degli specchi rotti del titolo.
Tracce
Come una cortina nera, il regime costringe le persone a nascondersi per i più svariati motivi: si nascondono gli ebrei e i disertori, per paura di finire come topi; si nascondono gli assassini quando, rivedendosi dall’esterno, realizzano la brutalità del loro agire.
Ma non tutti si vergognano; c’è pure chi si dissimula, si acquatta nell’ombra, covando in segreto un furore nazista inestinguibile; come fa, tra gli altri, la madre della scrittrice. In aggiunta ai dieci racconti, gli ultimi due brani introducono un lato privato della guerra e della dittatura. Come due bonus track personalissimi, questi brani descrivono gli strascichi della guerra nella famiglia dell’autrice; tracce che non si perdono col passare dei decenni, ma che rimangono concrete, vivide come le paure notturne e forti come le passioni più profonde.
- Titolo: Per un pugno di cioccolata e altri specchi rotti
- Autore: Helga Schneider
- Genere: Racconti (pp. 176)
- Casa editrice: Oligo editore
- Anno di pubblicazione: 2019